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"Ho sempre pensato che in qualche modo la mia strada fosse già stata tracciata, che nulla avviene per caso e che quell' esame di maturità avesse segnato un po’ anche il mio, di futuro."

Era l’estate del ’90, quando tra bozzetti, fili, cartamodelli e tessuti una ragazza con il pancione sosteneva il suo esame di maturità all’Istituto d’Arte in Moda e Costume. Pochi mesi dopo, più precisamente ad Ottobre, quella ragazza diede alla luce una bambina di nome Valentina, che poi sarei io.

Ho sempre pensato quindi che in qualche modo la mia strada fosse già stata tracciata, che nulla avviene per caso e che quella maturità avesse segnato un po’ anche il mio, di futuro.

Dalle foto e dai racconti di famiglia sulla mia infanzia emerge una descrizione di una me bambina come una tipetta chiacchierina e sempre con le mani in pasta. Ricordo di aver sempre avuto una predisposizione per l'arte e la creatività. Mentre al liceo tra una lezione di filosofia ed una versione di greco mi ritrovavo a fantasticare di mondi incantati in cui fate e folletti prendevano vita nei miei quaderni, iniziavo a comprendere che forse nel mio futuro non avrei indossato né una toga né un camice.

Poi venne l’Accademia di Belle Arti di Urbino, che fu la mia primavera; varcare il portone dell’aula di Scenografia fu come metter piede nel pianeta della fantasia in cui tutto è possibile. Ed ecco che finalmente incontro di nuovo il mio destino, scopro il mondo del costume teatrale e me ne innamoro profondamente. Dopo la laurea e l’opportunità di fare esperienza come sarta per alcune stagioni teatrali al Rossini Opera Festival di Pesaro, una sorpresa inaspettata: la gravidanza, e di lì la svolta.

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L’idea di diventare mamma suscita in me anche la voglia di creare qualcosa di davvero mio. Nasce un bimbo bellissimo di nome Achille e di lì a breve anche il mio Soffio di Scilla, che io considero un po’ come il mio secondo figlio. Per questo non è sempre facile per me scindere la mia vita di mamma da quella di artigiana, perché in fondo è un po’ come una famiglia allargata, a volte si creano sinergie spettacolari, talvolta bisogna gestire il tempo in maniera tale da riuscire a dedicare a tutti le attenzioni che meritano.

L’essere diventata mamma ha sicuramente contribuito a cambiare il mio punto di vista, mi ha fornito una maggiore consapevolezza delle mie capacità e dato il coraggio di mettermi in gioco davvero. Mi ha insegnato a mediare un po’ tra il mio animo sognatore e fortemente legato alla natura e la concretezza di confrontarmi con la gestione della mia nuova attività in crescita.

Il mio istinto però mi dice di non soffocare troppo i miei sogni, perché ci sarà sempre un luogo adatto in cui la fantasia non sarà mai abbastanza e quel luogo è proprio il mio Soffio di Scilla!

Mi piace sognare un futuro più lento per ognuno di noi fatto solo di valori realmente importanti. Non mi sento sicuramente arrivata a destinazione, piuttosto in continuo movimento e in costante crescita alla ricerca della strada giusta da percorrere, che non necessariamente sarà sempre dritta e priva di ostacoli.

Mi auguro di portare avanti il mio progetto da una piccola casetta in mezzo al bosco, circondata dalle persone che amo, riscaldata dal calore di una stufa e inondata dal profumo di dolci appena sfornati.

Chissà che un giorno io possa raggiungerti anche da lì…

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